Lontano dai rumori delle grandi città, vivo la vita tranquilla di campagna e di montagna. Osservo le piante che mi stanno attorno, e le foglie, e i fiori, e quant’altro legato all’architettura vegetale.
Le foglie di colore verde rendono l’acqua grezza in cibo elaborato e, nel mutuo soccorso, danno nutrimento alla pianta, che cresce lentamente e produce abbondante; nonché, per incanto e miracolo, riforniscono ossigeno molecolare all’aria, altrimenti resa irrespirabile.
I fiori. Sono artefici meravigliosi della vita sessuale della pianta: dalla impollinazione prima, e fecondazione poi, causa l’intreccio amoroso tra gineceo ed androceo. Complici galeotti ne sono l’acqua, il vento e gli insetti. Il calice sempreverde ed i petali colorati e profumati svolgono azione protettiva e di adescamento segreto e discreto, in cui si consuma l’atto di amore tra due generi diversi, quello maschile e quello femminile, come dev’essere, o dovrebbe poter essere, nell’ordine naturale delle cose.
Il tutto parte dal seme, che espande la sua radichetta nel terreno turgido di acqua e sali minerali, rivolta in basso per dare fondamenta prima, e slancio poi al tronco in salita, in cerca di luce, quella immensa e infinita effusa dal Sole, perno immobile del sistema planetario.
La pianta: a livello del colletto, un processo osmotico, di equilibrio chimico, ne garantisce la trasfusione e consente il fenomeno di interscambio veicolare, che avviene spedito dal basso in alto attraverso i tessuti vascolari, dall’alto in basso, piano piano, attraverso i tessuti cribosi: da qui la vita vegetale, e quella animale. L’una garantisce l’altra, e viceversa! Straordinaria presenza di Dio, in ogni cosa di cui è fatto il mondo.
24 luglio 2016 Vito Tramontana
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